Parlare di uova nel tempo pasquale può sembrare un tema che torna a ripetersi di fronte a tanta letteratura venuta a crearsi nel tempo. Tuttavia questo tempo è momento di rinascita e di rinnovamento, così le uova tornano ad avere una centralità imprescindibile con tutta la funzione simbolica e culturale che conservano nella tradizione cristiana e non solo. Dalla mitologia alla storia più recente è straordinariamente attuale l’accostamento cosmogonico della raffigurazione dell’uovo all’origine dell’universo, con il senso più esteso della cultura della “vita”, soprattutto per i cristiani che si avvicinano alle celebrazioni della festa più grande dell’anno liturgico.
Le uova sono da sempre state oggetto di dono per l’inizio della primavera – come momento di rigenerazione della natura – tra i popoli orientali come simbolo di rinnovamento fino ai tempi della nascita del Cristianesimo. Con i cristiani si è avuta una trasformazione di approccio alla sacralità della vita nella morte e risurrezione di Cristo, raffigurata iconograficamente da una pietra tondeggiante dinanzi a un sepolcro “vuoto” poiché il risorto aveva riportato l’uomo alla vita. Si dice infatti che l’uovo, per la sua caratteristica di durezza nell’involucro calcareo, venga comunemente accostato alla pietra di quel sepolcro aperto, così come il dischiudersi delle uova alla nascita dei pulcini.
È proprio di questi giorni educare i bambini a questa tradizione preparando le uova con colori e decorazioni e condurre la loro attenzione al significato più profondo del rispetto per la vita. Sono molteplici le usanze e le modalità diverse di decorare le uova; dall’est all’ovest del mondo sono i colori e i ricami a fare spesso le differenze per individuare le identità tradizionali di provenienza, ma il colore rosso è quello che certamente sta a simboleggiare la Passione di Cristo.
In tutto l’Oriente cristiano, sia cattolico che ortodosso, la mattina di Pasqua (dopo le celebrazioni del Mattutino della risurrezione che può durare anche oltre tre ore dopo la mezzanotte del Sabato Santo), tradizione vuole di riunirsi in agape e rompere le uova sode colorate per mangiarle insieme e festeggiare la Pasqua di risurrezione, rispondendo all’annuncio: “Cristo è risorto” – in greco christòs anesti! – con “è veramente risorto”! Alithos anesti! l’annuncio che le donne mirofore ricevettero dall’angelo fuori dal sepolcro, trovandolo vuoto, perché cristo ha vinto la morte calpestando la morte con la Vita!
Nicoletta Borgia (responsabile pubbliche relazioni del Pontificio Istituto Orientale di Roma) per Condividere