Incrollabile si mostra nella lettera ai Galati l’amore di Paolo per l’Evangelo: sia “anatema”, fuori dalla comunità dei credenti, chiunque annuncia un Vangelo diverso da quello che i discepoli hanno ricevuto dallo Spirito di Dio; e anatema sia perfino lui, l’Apostolo, se tradisce quel Vangelo (cfr Gal 1,8-9). Perché tanta energica insistenza? A quale “altro vangelo” egli allude? Si tratta di una grave forma di manipolazione dell’evento salvifico, che interpreta la promessa del Regno come dono riservato ai soli giudei, superbamente concentrati nella loro condizione di “popolo eletto” e tale per nascita. Dimenticano però i “figli di Giacobbe” che il Signore chiama suo eletto Ciro di Persia, cui dà questo titolo nonostante egli non lo conosca (cfr Is 45,1-7); dimenticano Rut, la moabita, dalla cui discendenza nascerà il Messia (cfr Rut 4,17-22).
Dimenticano gli arroganti maestri dei Galati che i primi ad adorare Gesù sono i saggi dell’Oriente, che hanno visto la sua stella (cfr Mt 2,1- 12), compiendo in tal modo la profezia di Isaia (cfr Is 60,6). La Parola di Dio è per tutti, per tutti la salvezza: “Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19). L’adesione al Cristo, la vita plasmata dallo Spirito, infrange ogni “piccineria culturale” e fa dire a Pietro, perplesso perché Dio gli comanda di mangiare carne di animali impuri, (cfr At 10, 9ss) “in verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga” (At 10,34- 35). È dunque indispensabile la rivisitazione della Legge mosaica, il cui senso profondo è rivelato dallo Spirito del Risorto: “Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto” (Gv 14,26). Si apre una breccia nel muro della “nostra” piccineria, che ci conduce a distinguere la fede nel Signore e le pratiche religiose, che appartengono a mutevoli contesti storici e culturali. Accoglieremo così lo šalom, abbracceremo ogni popolo e vivremo nella libertà dello Spirito.
Erina Ferlito per Condividere