«Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele» (Ez 37,12). In questo particolare cammino quaresimale Dio sta aprendo tanti sepolcri, è all’opera la sua grazia in questi giorni; non senti il tintinnio dei catenacci che sta spezzando? Lo scricchiolio della tavola di legno che sta aprendo? Apri i tuoi occhi, lo so; fai fatica ad aprirli e a mettere a fuoco la realtà che ti circonda perché non eri abituato a guardare con quella «luce vera che illumina ogni uomo» (Gv 1,9).
Eri preso da tante distrazioni frivole e dai tempi frenetici a cui eri sottoposto dal marketing. Senti il calore della sua luce che si riflette sul tuo viso, su tutto il tuo corpo e nel tuo cuore? Esci da quel sepolcro che ti sei costruito e che vivi da tanti anni o che altri hanno costruito per te; non sei nauseato da quell’aria umida, maleodorante e fredda? Lascia cadere ogni convinzione, ogni certezza, ogni fortezza o roccaforte che circondo il tuo sepolcro, il tuo non vivere. «Voi siete il mio popolo, dice il Signore», noi apparteniamo a Lui, tu gli appartieni. Guarda bene come il Signore tende la mano verso di te; non avere paura. Tendi la tua mano ed Egli ti rialzerà, ti farà uscire da quel sepolcro e tu, risorto, rivivrai.
Nel Vangelo Gesù riporta in vita il suo amato amico Lazzaro, mosso dall’affetto che provava verso di lui: «Le sorelle mandarono dunque a dirgli: “Signore, ecco, colui che tu ami è malato”» (Gv 11,3). In questa pericope più volte l’Evangelista Giovanni mostra la profonda umanità di Gesù e la sua prossimità: «si commosse profondamente» (Gv11,38), «scoppiò in pianto» (Gv 11,35), «dissero allora i Giudei: “Guarda come lo amava!”» (Gv 11,36). È l’amore che fa risorgere, è lo Spirito Santo che ridona la vita nuova, la vita della Risurrezione. È l’amore che sconfigge la morte. Gesù è il segno visibile e tangibile dell’amore eterno del Padre che agisce per mezzo dello Spirito e per questo può dire di sé: «Io sono la risurrezione e la vita» (Gv 11,25a).
In questo tempo difficile che stiamo vivendo, quando sembra che la paura e il panico ci paralizzino a motivo di questa terribile pandemia che può colpire noi e i nostri cari; possiamo scoraggiarci e chiuderci in noi stessi. Potremmo correre il rischio di essere i tanti Lazzaro intrappolati dalla rassegnazione, dalla disperazione e dallo sconforto che portano la morte. Ma ancora una volta la Parola di Dio energicamente ci impone: «Lazzaro, vieni fuori!» (Gv 11,43). Sì, usciamo dalle nostre tombe, viviamo da risorti; da uomini e donne, abitati dallo Spirito di Dio (cfr Rm 8,9), che non si arrendono e continuano a pregare con fiducia e con la pace nel cuore, sapendo che Dio Padre, Signore della vita e della risurrezione, non abbandona mai i suoi figli amati.
don Nicola Altaserse